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16-12-2015
P.S.R. 2014-2020: il ruolo di ARGEA e del sistema bancario.
Con l`imminente avvio del PSR 2014-2020 si pone il problema del credito in accompagnamento alle misure di investimento, in particolare le misure 4 (investimenti aziendali e per l`agroalimentare) e 6 (insediamento dei giovani in agricoltura). Come si sa, nel primo caso l`aiuto è commisurato ad una percentuale di fondo perduto variabile tra il 50% e il 60% (zone non svantaggiate e zone svantaggiate), mentre per i giovani la percentuale di contributo sugli investimenti va dal 60 al 70% (oltre al premio di primo insediamento che varia tra i 35 e i 50 mila euro).
Sembra tutto molto semplice e conveniente, visto che la percentuale di mezzi propri può addirittura ridursi al 30%. Ma ciò che bisogna comprendere, nel caso di progetti di investimento, è che il beneficiario, di fatto, deve poter disporre di risorse personali fino a quasi il 100% delle somme da investire per portare a compimento i lavori prima del collaudo. Per comprendere nel dettaglio il meccanismo è opportuno fare un esempio concreto.
Poniamo il caso che un giovane imprenditore intenda avvalersi del `pacchetto giovani`, ossia che intenda beneficiare del premio massimo di 50.000 euro con la misura 6.1, al quale dovrà contemporaneamente abbinare anche la misura 4.1 (investimenti per i miglioramenti aziendali). Poniamo che il suo progetto di investimento per il miglioramento dell`azienda sia di 100.000 euro, dunque con una quota di fondo perduto di 70.000 euro (appunto 70%).
Grazie al P.S.R. egli avrà a disposizione le seguenti somme in conto anticipazione:
€ 35.000 come quota parte dei 50.000 euro del premio di insediamento, più € 35.000 pari alla metà del fondo perduto per l`investimento (cioè di 70.000 euro). In totale 65.000 euro.
E con questi 65.000 euro dovrà arrivare a completare i lavori di miglioramento, fatturando e tracciando bancariamente i pagamenti PRIMA di presentare la domanda di collaudo. Ma attenzione, perché dovrà pagare e tracciare non 100.000 euro, bensì 122.000 euro, ossia l`investimento di 100.000 più l`IVA corrispondente (che essendo partita di giro non entra nel finanziamento).
Quindi, ai 65.000 euro percepiti in acconto, dovrà aggiungere subito di tasca sua la differenza, cioè 55.000 euro. E` vero che, dopo qualche mese dal collaudo, percepirà i 35.000 euro di fondo perduto, a cui si aggiungerà (eventualmente) il rimborso anticipato dei 22.000 euro di IVA (se si trova in contabilità ordinaria). Ma è sicuro che, se non dispone di una liquidità personale di 55.000 euro non potrà completare l`investimento e quindi non potrà presentare la domanda di collaudo.
Ed ecco che, ancora una volta, entra prepotentemente in scena il ruolo determinante del sistema bancario. In un mondo normale, un imprenditore con un progetto approvato alla mano e una determinazione di concessione ARGEA, dovrebbe presentarsi alla propria banca e chiedere un affidamento pari ai 55.000 euro mancanti, o giù di li. Ma se il nostro più immediato parametro di raffronto dovrà ancora essere l`esperienza della programmazione PSR appena conclusa (2007-2013), possiamo con serenità affermare che questi soldi, l`imprenditore, difficilmente potrà ottenerli dall`istituto di credito, o almeno non li otterrà di certo entro i tempi ristretti concessi da ARGEA per concludere i lavori (12 mesi).
Nella peggiore delle ipotesi si troverà ad aver avviato i lavori impegnando le anticipazioni a sua disposizione (ossia i 65.000 euro), ma non poterli portare a conclusione per la mancanza dei restanti 55.000; tutto ciò trovandosi a metà percorso e non potendo andare né più avanti né più indietro. Sarà per lui un problema molto, molto serio.
In una situazione più prudente, dopo aver capito il meccanismo subdolo, l`imprenditore farà un passo indietro e restituirà al mittente i soldi percepiti in acconto, prima di avviare le opere, comunicando ad ARGEA la rinuncia al premio e all`investimento.
In un mondo normale si sarebbe rivolto alla propria banca chiedendo un affidamento di 55.000 euro, a fronte della determinazione ARGEA e, magari, dei premi annuali che percepisce dalla PAC, ma anche del capitale fondiario di famiglia da offrire eventualmente in garanzia. E poi, proprio volendo esagerare, potrebbe ricorrere al consorzio fidi (SFIRS, SGFA con ISMEA o altri organismi privati), rassicurando la banca in maniera esasperata.
L`esperienza appena trascorsa, tuttavia, ci dice che tutto ciò non avrà nessun valore per le banche le quali, con una scusa o con l`altra, non presteranno MAI quei miseri 55.000 euro che servono per pochi mesi, fino a quando verrà liquidata da ARGEA la differenza sul contributo per l`investimento (35.000 euro), la differenza sul premio di insediamento (15.000 euro) e fino a quando l`erario ti restituirà l`IVA anticipata (22.000 euro).
La conclusione del discorso è pertanto la seguente:
1. per attuare una iniziativa come quella citata nell`esempio occorre poter disporre in famiglia di un importante capitale di anticipazione;
2. se questo non c`è, occorre trovare una banca disposta subito ad anticiparlo, senza tergiversare con i `forse`, `valutiamo`, `sentiamo la direzione` etc.;
3. se queste due condizioni mancano, è meglio lasciar perdere sia il pacchetto giovani che gli investimenti di miglioramento, per non doversi poi trovare in una drammatica condizione di non ritorno, indebitati e impossibilitati a collaudare.