14-12-2015
I droni in agricoltura
I droni, cioè veicoli aerei senza pilota, sono nati per l’utilizzo in campo militare, ma stanno velocemente trovando spazio anche in campo agricolo. Ma In cosa possono essere utili i droni agli agricoltori? Fondamentalmente possono sostituirsi (o affiancarsi) ai satelliti per fornire immagini: sono meno costosi ed effettuano rilievi a più alta risoluzione. Vedendo una coltura dall’alto si può documentare lo stato sanitario delle piante in maniera molto precisa, meglio che a occhio nudo. Ma soprattutto, grazie ai dispositivi con cui si possono equipaggiare i droni (termocamere, fotocamere, sensori ecc.) si possono scattare immagini multispettrali e catturare dati sia nello spettro dell’infrarosso che in quello visibile. Si ottiene così una visione complessiva con evidenti differenze tra piante in salute e piante sotto stress. Tutti i dati raccolti vengono poi gestiti da appositi software e, come per tutti i sistemi di agricoltura di precisione, possono essere utilizzati ai fini di una gestione agronomica ottimale. L’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) ha emanato di recente un regolamento specifico per operare in aree rurali con i droni. Oltre alle tante regole da rispettare (la più importante è di non superare i 70 metri di altezza e manovrare il drone entro un raggio massimo di 200 metri), c’è l’obbligo di assicurarsi con una polizza specifica che copre contro i rischi di responsabilità civile (prezzi da 350 a 500 euro). Sono tante anche in Italia le aziende che stanno sviluppando tecnologie e software in questo settore. La Adron Technology di Udine ha recentemente progettato un drone appositamente dedicato all`agricoltura, munito di un sistema automatizzato per la distribuzione di uova di Trichogramma contro la piralide, granuli, sementi e fitofarmaci sotto forma di polveri. Viaggia a una velocità di 8 m/s, per un’efficienza di 10 ettari/ora; il serbatoio ovuli ha una capacità di 500 pezzi, con cui si possono coprire 5 ettari. Il drone è progettato per volare in modo continuativo, sostituendo la batteria ogni 20 minuti, tempo che rappresenta l’autonomia di volo. La precisione nella distribuzione è di +/-1 m. Ovviamente può anche sorvolare i campi per funzioni più tradizionali legate all’agricoltura di precisione, come l’acquisizione fotogrammetrica e il rilevamento multispettrale-termico per ricavare mappe di vigore sullo stato di salute delle piante, rilevare zone del terreno con carenza idrica ecc. Sono tanti gli strumenti con cui è possibile equipaggiare i droni, a partire dalla telecamera multispettrale con mini-PC per la registrazione dei dati, appositamente sviluppato per la spettrometria aerea: rosso, verde e bande Nir forniscono le informazioni necessarie per l’estrazione di indici come l’Ndvi (Normalized Difference Vegetation Index) e il Savi (Soil Adjusted Vegetation Index). Sono poi disponibili sensori per la stima delle produzioni, il monitoraggio del contenuto idrico e dell’efficienza delle tecniche di irrigazione, per la stima dell’effetto dei fertilizzanti, la stima di danni biotici e abiotici, per i piani di gestione forestale, gli studi di impatto ambientale, per lo stress idrico, l`analisi fotosintetica delle piante, la capacità di ritenzione idrica del suolo e la temperatura della copertura vegetale. Vi sono inoltre sistemi specifici per il rilievo ricorrente di dati sulle colture, con piattaforme di gestione dati in grado di ottimizzare l’elaborazione e la restituzione di mappe di interpretazione (Nir, Ndvi, di prescrizione) su principali supporti informatici. I dati ad alta precisione rilevati con frequenza dal drone vengono integrati con i dati ricavati da altre eventuali metodologie di rilievo. La piattaforma di storage e trasmissione dei dati ne consente una gestione locale o cloud. Attraverso l’attività di elaborazione vengono prodotte le mappe interpretative a supporto delle scelte per i trattamenti. I report e gli output vengono resi disponibili su vari dispositivi informatici. Vi sono droni facili da usare anche dove il terreno presenta asperità e ostacoli grazie al decollo e all’atterraggio verticali. Pensati per l’uso intensivo in ”campo”, hanno un’autonomia di 40 minuti di volo e la capacità di rilevare più di 50 ettari per ogni singolo volo. Si possono cambiare sensori in base all’esigenza di rilievo e pianificare il volo in modo automatico con funzioni specifiche per l’aerofotogrammetria. I sensori sono customizzabili per poter dare le risposte spettrali necessarie per il calcolo degli indici. Vi è inoltre la possibilità di equipaggiamento con indicatore di biomassa, indice di area fogliare, valutazione dello stress idrico e delle piante, analisi di concentrazione dei pigmenti, concentrazione dell’azoto, indice Ndvi / Savi, poligonazione e conteggio piante.