06-09-2015
P.S.R. passato e futuro. I contributi alle imprese agricole per gli investimenti aziendali: il paradosso delle fidejussioni assicurative.
Come ben sanno gli imprenditori agricoli, gli aiuti del P.S.R. o di altre misure incentivanti (vedi i piani di riconversione viticola, o gli aiuti per gli investimenti delle cantine o altri ancora) prevedono che, una volta approvato il progetto, si possa richiedere una anticipazione sul contributo accordato per poi concludere il procedimento con il saldo a fine lavori. Questa è una procedura comune, che si è sempre attuata in applicazione delle varie leggi incentivanti susseguitesi nel tempo (a partire dalla vecchia L.R. 46 del 1950). Funziona così: l`agricoltore che deve beneficiare dell`incentivo si reca presso una compagnia assicurativa accreditata ad AGEA (nazionale) e commissiona una polizza a favore di quest`ultima, a copertura della somma da riscuotere a titolo di anticipazione sul contributo a fondo perduto. Terminati i lavori, a collaudo avvenuto da parte di ARGEA (Sardegna), AGEA rilascia lo svincolo della fidejussione in modo che l`agricoltore cessi di corrispondere i canoni assicurativi alla sua compagnia. E a questo punto accadono, da qualche anno a questa parte, fenomeni gravi e inquietanti che passano inosservati presso le istituzioni e che, grazie al ben noto meccanismo di rimpallo delle responsabilità, non sembra abbiano una possibile soluzione. La conseguenza del paradosso è che l`imprenditore agricolo, anziché corrispondere alla compagnia i canoni con una cadenza annuale e fino a che non termina i lavori di miglioramento fondiario (generalmente 1-2 anni), deve obbligatoriamente pagare `anticipatamente` all`assicurazione i canoni per tutte le annualità previste dalla misura che, di caso in caso, incentiva il progetto di investimento. Per realizzare i vigneti, per esempio, AGEA (nazionale) richiede all`agricoltore che incassa il contributo una copertura assicurativa per una durata massima di 7 anni, ovviamente non oltre la data in cui si concluderanno i lavori, quando verrà effettuato il collaudo da ARGEA (Sardegna). Dunque, di norma, si parla di 1-2 anni, anche perché la durata massima consentita per realizzare l`intervento è di 3 anni. Pertanto l`agricoltore corrisponderà alla compagnia i canoni giusto per quelle annualità che sono a lui necessarie per terminare l`impianto del vigneto. Così è sempre stato. Ma negli ultimi due anni (di fatto nella fase finale della programmazione europea 2007-2013) è successo qualcosa di strano. La maggior parte delle compagnie non stipula più fidejussioni se l`agricoltore non paga i canoni anticipatamente e per tutti i 7 anni previsti da AGEA (nazionale) come durata massima della copertura. Alla compagnia non importa se il suo cliente viticoltore concluderà i lavori di impianto entro 1-2, massimo 3 anni (è suo interesse terminare il prima possibile e, tra l`altro, è il tempo massimo consentito da ARGEA). Pertanto, la differenza fra quanto effettivamente `consumato` di quella polizza da parte dell`agricoltore, e quanto da lui pagato in anticipo all`assicurazione diviene una somma esorbitante. Facciamo un esempio: impianto del vigneto, contributo € 100.000,00; somma da assicurare a favore di AGEA il 120%, pari a € 120.000,00; importo mediamente richiesto dalle compagnie per rilasciare la polizza € 8.000,00, pari a circa il 6%, da pagare `sull`unghia`. Quello che succedeva prima era che gli 8.000 euro venivano ripartiti per ciascuno dei 7 anni, comunque fino alla data del collaudo; così se si terminavano i lavori al secondo anno l`esborso sarebbe stato di circa 2.300 euro. Oggi occorre invece pagare anticipatamente tutti gli 8.000 euro. Le compagnie si giustificano affermando che il problema lo deve risolvere AGEA (nazionale), perché anche se ARGEA (Sardegna) collauda quel vigneto, AGEA, per motivi burocratici, o di troppo lavoro, o di difficoltà di comunicazioni con la Sardegna, non rilascia comunque lo svincolo all`assicurazione, la quale deve così continuare a mantenere la sua copertura nei confronti del viticoltore almeno fino alla scadenza del settennio. Ad ARGEA (Sardegna) dicono che per quanto li riguarda il loro compito viene regolarmente svolto e che, una volta effettuato il collaudo delle opere, avvisano AGEA, che può quindi provvedere a rilasciare lo svincolo della polizza. E dicono anche che, una volta inviata tale comunicazione, non vi sono più contatti per quella pratica tra le due agenzie. Le riflessioni e gli interrogativi a cui questa storia, che ha dell`incredibile, ci obbliga potrebbero essere i seguenti: 1) che senso ha, se si hanno massimo 3 anni per realizzare il vigneto, pretendere una fidejussione di 7 anni; 2) è banale affermarlo, ma sarebbe il caso che AGEA rilasciasse immediatamente dopo il collaudo lo svincolo alla compagnia; 3) come può una compagnia assicurativa pretendere da un agricoltore il pagamento anticipato di una polizza per i 7 anni a venire, quando questi dovrà comunque terminare i lavori nell`arco di un triennio? 4) perché la compagnia pretende tutti i soldi anticipati, quando di norma i canoni vengono pagati annualmente? 5) qual`é il motivo che impedisce che ARGEA e AGEA discutano tra loro di questo problema per cercare di risolverlo? 6) certo è che, se riportiamo il fatto a una dimensione nazionale, si possono ipotizzare, per le assicurazioni di fiducia AGEA, numeri ben interessanti; 7) accidenti quanti margini da `raschiare` su questi mitici fondi europei! 8) speriamo che nella prossima programmazione 2014-2020 si tenga conto di questo aspetto, perché diversamente sarà difficile per le impresa agricole accedere alle agevolazioni: da una parte le difficoltà legate alle assicurazioni, dall`altra i muri sollevati dal credito bancario, in mezzo ARGEA e AGEA. Chicco Curreli.